Quesito interessante, argomento sicuramente molto personale. Sicuramente conseguente ad una esperienza marcata nel gioco col passare del tempo.
Il concetto di “ideale” per la racchetta chiaramente varia da giocatore a giocatore, e, chiaramente, diventa ampio e personale in base alla propria esperienza, tanto che si potrebbe dire che è la cosa più intima del padel, subito dopo la scelta del proprio compagno di gioco, di cui accennato nel post precedente, per livello di sensazioni e di rapporti.
La racchetta è, quindi, strettamente intima.
Potrebbe essere il proseguimento del tuo arto, potrebbe diventare una parte di te man mano che la utilizzi e la comprendi: in quel caso si crea la simbiosi tra te, sportivo, e il tuo mezzo, simbolo del tuo sport.
Ci sono tre forme diverse di racchetta, a scelta: la racchetta tonda, la racchetta a goccia, la racchetta a diamante. Se devo parlare del mio percorso posso dirvi che dall’inizio non ho mai smesso di sperimentare per trovare ciò che più si adeguava al mio stile di gioco. Tra le tante forme sono quindi approdato alla racchetta tonda, confermandola negli ultimi anni, e questo in virtù del fatto che ha delle caratteristiche che facilitano di più il controllo della palla, ma, di contro, meno la potenza. Il punto dolce più largo inoltre conferisce una zona di impatto più ampia, per me utile. Questo carattere tipico della racchetta tonda ha così incontrato le mie peculiarità di gioco, creando appunto quella simbiosi intima necessaria, che raffina esclusivamente lo stile che mi appartiene.
Questo per dirvi: sperimentate sempre e capite bene chi siete, in cosa siete migliori e con che stile di gioco.
Approfondendo il discorso posso dirvi, invece, che la racchetta a diamante è la più complicata, sicuramente più adatta a conferire effetti sulla palla, per chi ama essere spericolato, e con il peso che cade di più in testa per imprimere così più forza e potenza al colpo, anche se con il rischio di perderne il controllo.
La racchetta a goccia, invece, ha un miglior bilanciamento, tanto che si può dire che è il compromesso tra potenza e controllo, ottenendolo con un baricentro alto sulla racchetta.
In conclusione, per quanto riguarda me, ho solo conosciuto più a fondo la mia “mania di controllo”, che è aderente alla tattica di gioco che porto avanti: equilibrio massimo di ogni sforzo spalmato per tutta la partita. Perché io sono così.
Visto che il padel è anche conoscenza di sé stessi consiglio agli amatori di iniziare con una racchetta tonda, la più “facile” per chi comincia e vuole comprendere lo sport, con una racchetta che ha il peso che cade verso il manico, in confronto alla testa, dando più controllo con lo swing e un maggior impatto, facilitando gli inizi.
Una volta si diceva che chi era abituato a giocare con la destra prediligeva la tonda, mentre i mancini volevano quella a goccia, ma in realtà oggi le cose sono cambiate, e ci sono innumerevoli variabili che possono portare ad essere più offensivi in attacco con la goccia o il diamante giocando di destra.
Bene, avete scoperto quindi che amo la racchetta tonda, esclusivamente per fini tattici. Questo mi porta a dirvi che è molto importante conoscersi, aprirsi, constatare le proprie virtù e i propri difetti, tra limiti ed evoluzioni. La racchetta sarà poi il vostro pennello personale per dipingere la tela di gioco, con il vostro unico stile, una volta che avrete imparato a riconoscervi… a tutto tondo.